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Lifestyle

Il tempo elastico

Mai come in questi ultimi due mesi il tempo ha assunto forme così diverse.
Si è dilatato, per poi rimpicciolire e sparire nella memoria.

Il momento storico è indimenticabile, inutile ripeterlo, stiamo vivendo qualcosa di inaspettato e impensabile, ma lo stiamo vivendo. E io ho sentito e sento ancora la necessità di condividerlo, e chiedere…ma anche tu ti senti così?

Le prime settimane sono state per me complicate, ho dovuto smettere di lavorare nel giro di due giorni senza potermi organizzare, ho sentito tutto il peso di aver “abbandonato” le mie responsabilità. Dormivo male, confusa e con un alto livello di ansia. Bollettino costante dei caduti e dei contagi… Incredulità. Tristezza. Sensazione di vivere in un film.

Improvvisamente le giornate sono sembrate più lunghe, ma vuote. Il tempo ha perso senso e la sua importanza, sempre a rincorrerlo e adesso a gettarlo via per farlo passare ed arrivare a chissà quale scadenza mentale o di decreto. Tante serie tv, lettura, qualche piatto elaborato ma niente di costruttivo, come in allerta, in attesa di non si sa cosa.

I giorni passavano e una nuova strana normalità è entrata in casa, compresa quella di contare la frutta, le uova, la farina e razionarle per farle durare un po’ di più. Una sensazione tutta nuova non poter fare un salto a comprare due cose al volo, senza una certa pianificazione..

Un nuovo accessorio fatto in casa, la mascherina di stoffa… 

I tempi della fine della pandemia si sono presto mostrati molto distanti e così io, come le colleghe (e come tanti tanti altri), abbiamo iniziato a trovare un modo per lavorare a distanza e la mattina è tornata ad essere di lavoro.

All’improvviso il tempo che avanzava, è venuto così a mancare. Il lavoro svolto da casa ha perso i suoi confini invadendo lo spazio privato, perdendo orari e limiti.

Ho cercato di porne di nuovi, portatile e fogli con appunti in un solo punto ben delineato, porta chiusa in studio durante le telefonate e cercando di dividere le stanze dalle loro funzioni primarie, niente spuntini o caffè davanti al computer ma solo in cucina. E per non ledere il fisico già provato dall’immobilità, trovare occasioni frequenti per alzarsi dalla sedia, che sia andare a prendere un bicchiere d’acqua o uscire sul balcone qualche minuto a respirare con la faccia verso il sole (o tendere una lavatrice!).

L’elenco delle cose da fare che mi ero stilata nella mente quando ho saputo di quanto tempo avrei avuto a disposizione è rimasto pressoché invariato, si, ho riordinato qualche cassetto con la piegatura alla Marikondo, ma poco più. Non ho quella casa splendente che mi ero figurata. Sono mancate le energie positive e propositive, la spinta a fare le cose del sabato mattina di sole. Il tempo troppo lungo davanti ha perso importanza perchè abbondante, ma dov’è finito?

Sono entrata in casa con il piumino che adesso è lavato, riposto nell’armadio.
Ho fatto solo lavatrici di tute, pigiami e biancheria.
La pelle ha cambiato aspetto, i capelli sembrano più sfibrati.
Mancano tante cose, mancano gli amici e soprattutto la famiglia.
Le maglie della rete delle restrizioni sono un poco allentate ma la normalità è lontana.

Il calendario segna maggio, mi domando dove sono stata negli ultimi due mesi. Una pausa apparente ha fermato la nostra vita, ha cambiato tutto, senza poi cambiare niente. Ma noi dobbiamo essere cambiati, per forza. Dobbiamo trovare un senso alla mancanza che viviamo, dobbiamo trasformare l’assenza in presenza e conservare il valore che stiamo dando alle sfumature gentili delle nostre vite. 

Posso solo augurare a me per prima, e a tutti indistintamente, di fare tesoro di quanto ci è entrato dentro. Ricordiamoci la gioia di essere riusciti a fare una bella spesa ed avere il frigo pieno, fissiamo nella mente l’immenso amore che abbiamo provato per i nostri cari sapendoli lontani con la paura che avremmo potuto non rivederli e tiriamolo fuori la prossima volta che potremo abbracciarli, condividiamo la nuova ricetta che abbiamo sperimentato quando potremo di nuovo invitare amici a cena. 

Abbiamo appreso molto anche se non ne siamo pienamente consapevoli. 
Io ho sempre amato le piccole gioie quotidiane che danno senso alla vita, e adesso ne vedo molte di più.
E tu? Come hai imparato?