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Dove crescono le angurie: consigli di lettura

Ho sempre pensato che la lettura e la scrittura fossero dei meravigliosi strumenti a nostra disposizione per affrontare tante situazioni, un libro è un amico che ti tiene compagnia e se ti capita di immedesimarti puoi vivere dentro il libro, mi è capitato tante volte. Questa volta c’è stato qualcosa di più.

Sfogliando in maniera superficiale una rivista, il mio sguardo si è fermato sulla rubrica dei libri e su un libro in particolare. Di solito mi fido dei suggerimenti delle amiche per le mie letture oppure, quando si può, mi piace perdermi tra gli scaffali di librerie e biblioteche, mangiando con gli occhi tutta quella ricchezza e facendomi guidare dalla sensazione “a pelle”. E di solito, trovo sempre il libro che mi fa innamorare, non per forza il più bello ma il più giusto per me e per quel preciso momento.

“Where the watermelons grow”, di Cindy Baldwin, la copertina così colorata della fetta di anguria e il fatto che volessi leggere qualcosa in inglese mi ha convinto a comprare questo libro, che ho scoperto solo in seguito essere un libro per ragazzi (meglio, con il senno di poi, per il mio inglese non così avanzato). Amore a prima vista e ad ogni pagina.

Il libro parla della 12enne Della che si ritrova ad affrontare qualcosa di più grande di lei, un mostro che è troppo grande da affrontare a qualsiasi età, a dire il vero: la schizofrenia della mamma. La piccola si rende conto che qualcosa non va il giorno in cui trova la mamma concentrata nello scavare un’anguria per togliere fino all’ultimo dei semini. Sopraggiungono poi la preoccupazione estrema per le figlie e per un fantomatico qualcuno che le vuole fare del male, le manie di pulizia, le giornate in cui la mamma non si alza dal letto… e il senso di dovere (e di colpa) di una figlia che cerca tutte le soluzioni, nell’ingenuità della sua età, per far guarire la mamma. La sofferenza di non avere una mamma come le altre, mista alla vergogna e alla estrema discrezione di una famiglia che abita un piccolo paese del Sud degli Stati Uniti. Della si trova a escogitare diverse strategie, a metterle su con estrema dovizia nei dettagli e con una attenzione che commuove. Ma deve poi fare i conti, ogni volta, con la frustrazione di un piano che non riesce, che non può riuscire se non partendo dall’accettazione della malattia e dalla guarigione dai suoi sensi di colpa.

L’ambientazione, la campagna, il sole cocente della North Carolina fanno da sfondo a questo racconto profondo di una malattia di cui ancora oggi si sa e si parla troppo poco: anche nelle città più grandi esiste ancora, forse, un senso di vergogna e di voler nascondere tutte le malattie mentali, quasi fossero dei gravi peccati o una grave mancanza di cui qualcuno è responsabile.

Una protagonista poco più che bambina che ha tanto da insegnare e che, sicuramente, lascia il segno in chi legge queste semplici ma ricche pagine.