Sono trascorsi due anni esatti da quando la parola Covid è diventata la più conosciuta ed usata a livello mondiale (sigh).
Presto abbiamo imparato anche ad utilizzarne un’altra: “variante” ed a disquisirne con padronanza tale da saperne riconoscere caratteristiche vecchie e nuove. “Sei positivo al covid? Quale modello hai?” Ricordate Benigni nel film Il piccolo diavolo quando sfilando in chiesa vestito da chierichetto presentava l’abito dicendo: “modello Giuditta”? A noi, in famiglia, sono capitate la collezione autunno 2020, modello inglese, e quella invernale 2022, modello Omicron.
In entrambe le circostanze, la reazione non è stata positiva, nonostante il tampone dicesse il contrario ma un misto fra incredulità e rabbia.
Chi lo ha fatto entrare in casa, nonostante tutte le precauzioni giornaliere che usiamo? Tutti, sempre, ffp2 e sterilizzazione di tutto da febbraio 2020. Difficile appurarlo, anche se tra noi qualche fondato sospetto c’è, ma il risultato non cambia: quarantena e isolamento con un pizzico di apprensione che grazie ai vaccini è andata scemando.
Ed infatti anche le sintomatologie sono differenti: con la versione attuale i dolori sono simili a quella precedente, ma con intensità minori e con qualche differenza. I gusti sono solo leggermente alterati, ma non li abbiamo persi come era capitato con l’inglese che ci aveva azzerato anche l’olfatto. Le persone che hanno fatto conoscenza con il Covid narrano di aver perso appetito e anche peso: noi no. Anzi, noi abbiamo sia una fame tremenda che guadagnato peso, nonostante l’assenza dei sapori, cosa che ci ha fatto sospettare di avere una variante della variante, un modello fai da te per taglie forti. A differenza del 2020, ora abbiamo anche i tamponi versione casalinga con i quali monitoro la situazione (li armeggio ormai con tale destrezza e professionalità che sembro un personaggio tratto da Harry Potter con tanto di bacchetta magica), mentre la ASL ci invia costantemente questionari da compilare per accertarsi delle nostre condizioni. Dormiamo separatamente, e mangiamo a turni, quasi ignorando che l’ospite indesiderato sia il medesimo, ma ce la viviamo serenamente, ciascuna presa dalle sue attività, cercando di allontanare il pensiero dal ritorno del “mostro” trasformista, perché se è vero che Omicron fa meno paura, è altresì vero che è sbagliato sottovalutarlo .
Intanto la TV annuncia la nuova collezione primavera estate denominata “Omicron 2”: per noi è arrivato il momento di spegnere la televisione e di cominciare a pensare finalmente e soprattutto liberamente… negativo.