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Cura di sè / Lifestyle / Tempo per me

Ribellarsi al virus, grazie a colori e camminate

Voglia di leggerezza. Di respirare a pieni polmoni, aria fresca del mattino e tiepida del pomeriggio. Preparare una piccola valigia da week end e prenotare un piccolo alberghetto in un borgo semi sconosciuto e cercare tra i vari ristoranti scorrendo le foto. Comprare un nuovo rossetto ed indossarlo in palette con i vestiti.

E’ passato un anno esatto da quando la nostra casa è diventata l’unico mondo possibile, l’unico luogo sicuro, l’unico abbraccio consentito. E oggi, a dodici mesi di distanza, il resto dello spazio è ancora lontano e non accessibile se non in piccola parte. Non c’è la leggerezza che avevamo sperato. Il vaccino tanto desiderato è arrivato, in più forme, taglie, colori e modelli… e ora aspettiamo in fila, una fila non tanto ordinata o paziente, ma aspettiamo fiduciosi.

Durante questa attesa, che a giorni alterni pare senza fine, portiamo avanti le nostre vite nella loro estrema semplicità. Non vi nego quanto a volte io mi senta schiacciata dall’ansia, dalla paura del contagio, dalla voglia di vedere la mia famiglia e gli amici. Ci sono giorni scuri in cui sembra di indossare un cappotto di piombo, si ha l’impressione che alzarsi e ripetere l’ennesima giornata uguale di una vita apparente sia un peso eccessivo, quasi insopportabile.

Mi sono resa conto di quanto mi sia difficile affrontare un impegno leggermente diverso dal puro ordinario, che sia recarsi in un ufficio per una pratica o raggiungere un posto che non conosco. Come mi spiegava la nostra Liuba, il cervello è programmato per adagiarsi nella propria zona confort, per impiegare il minimo sforzo per raggiungere l’obiettivo. E in fondo, è pur sempre un muscolo: se non lo usiamo e non lo teniamo allenato, ne risentiamo moltissimo. Dobbiamo esserne consapevoli per correre ai ripari.

Cosa fare quindi? Sforzarci di compiere un piccolo gesto che un pochetto ci pesa. La parola chiave è proprio “sforzo”, stiamo vivendo sul nostro divano, dobbiamo durare un poco di fatica e alzarci da quel morbido cuscino che ha preso la nostra forma irreversibilmente. Usciamo (se possiamo in base al colore del nostro comune) e facciamo una passeggiata, scarpe comode e via. Cammina. Cammina ancora. Luce. Se puoi cerca del verde, natura. Svuota la mente, concentrati su un leggero sforzo fisico, quando tornerai a casa ti sentirai più leggera.

Un’altra cosa mi sta facendo sentire meglio, vi racconto. Mi sono regalata una seduta di armocromia (dedicheremo un altro articolo all’argomento) e concentrarmi un’ora sui drappi, i colori, la mia pelle che si illuminava e cambiava mi ha fatto così bene… mi ha allentato l’ansia facendomi pensare a cose leggere, sicuramente futili in pandemia, ma questo mi serviva. Così ho iniziato a rivedere la mia immagine, i miei vestiti con un’ottica diversa. Ho deciso di andare dal parrucchiere dopo un secolo per farmi i capelli di una nuova sfumatura di colore seguendo la mia palette.

Questo nuovo orientamento cromatico mi sta prendendo per mano e mi fa sentire che quanto sto vivendo ha comunque un senso, che io ci sono ancora, con i capelli in ordine ed una tuta con un colore perfetto per la mia pelle, anche se solo per una passeggiata nel quartiere o una nuova serie sul divano.